venerdì 23 gennaio 2015

Gli attacchi di Parigi dimostrano l’ipocrisia dello sdegno dell’Occidente

Dopo l’attacco terroristico a Charlie Hebdo che ha ucciso 12 persone, compresi il direttore e altri 4 vignettisti, e dopo l’uccisione di 4 ebrei in un supermercato kosher subito dopo, il Primo Ministro francese Manuel Valls ha dichiarato “una guerra contro il terrorismo, contro lo jihadismo, contro l’Islam radicale, contro ogni cosa che sia mirata a rompere la fraternità , la libertà, la solidarietà. “
Milioni di persone hanno dimostrato a condanna delle atrocità, amplificati da un coro di orrore sotto di “Io sono Charlie.” Ci sono stati eloquenti dichiarazioni di sdegno, compresi bene dal capo del Partito laburista di Israele e principale sfidante nelle imminenti elezioni, Isaac Herzog, che ha dichiarato che “Il terrorismo è terrorismo. Non ce ne sono due modi,” e che “Tutte le nazioni che cercano la pace e la libertà, [affrontano] un’enorme sfida da parte della violenza brutale.
I crimini hanno anche provocato un’ondata di commenti che indagavano sulle radici di questi attacchi sconvolgenti nella cultura islamica ed esploravano i modi di contrastare l’ondata omicida di terrorismo islamico senza sacrificare i nostri valori. Il New York Times ha definito l’attacco uno “scontro di civiltà,,” ma è stato corretto dall’editorialista del Times Anand Giriharadas che ha postato un tweet che l’attacco “Non & mai una guerra di civiltà o una guerra tra di loro, ma una guerra PER la civiltà contro gruppi dall’altra parte di quella sull’altro lato di quella linea. ‪#‎Charlie‬ Hebdo.”
Lo scenario a Parigi è stato descritto vividamente sul New York Times dal corrispondente dall’Europa Steven Erlanger: “una giornata di sirene, di elicotteri in aria, di frenetici comunicati stampa, di cordoni di polizia e di folle ansiose, di bambini portati via ??? dalle scuole verso la salvezza. E’ stata una giornata, come le due precedenti, di sangue e orrore a Parigi e intorno alla città.”
Erlanger ha anche citato un giornalista sopravvissuto che ha detto che “Tutto è andato in pezzi. Non c’era via di uscita. C’era fumo dappertutto. Era terribile. La gente urlava. Sembrava un incubo.” Un altro ha riferito di una “enorme denotazione, e tutto è diventato buio.” La scena, ha raccontato Erlanger, “era una scena sempre più familiare di vetri infranti, di muri rotti, di legni contorti, di vernice scrostata e devastazione emotiva.
Tuttavia queste ultime citazioni- come ci ricorda il giornalista David Paterson – non sono sul gennaio 2015. Sono ricavate, invece, da un servizio di Erlanger del 24 aprile 1999 che ha ricevuto un’attenzione di gran lunga minore. Eralnger riferiva circa “l’attacco missilistico della NATO contro il quartiere generale della televisione di “ stato serba che ha “fatto interrompere i collegamenti della Radio televisione serba” uccidendo 16 giornalisti.
“La NATO e gli ufficiali americani hanno difeso l’attacco,” ha riferito Erlanger , “nel tentativo di indebolire il regime del Presidente della Jugoslavia Slobodan Milosevic.” Il portavoce del Pentagono Kenneth Bacon in un briefing a Washington ha detto che “la televisione serba fa parte della macchina omicida di Milosevic tanto quanto quella militare,” e quindi un obiettivo legittimo dell’attacco.
Non ci sono state dimostrazioni o grida di sdegno, nessuno slogan: “Noi siamo RTV,”, nessuna ricerca delle radici dell’attacco alla cultura e alla storia cristiana. Al contrario, l’attacco alla stampa è stato elogiato. Il diplomatico statunitense Richard Holbrooke, allora inviato in Jugoslavia, ha descritto il riuscito attacco alla RTV come uno “sviluppo estremamente importante e, penso, positivo,” un sentimento a cui altri hanno fatto eco.
Ci sono molti altri eventi che non richiedono alcuna ricerca nella cultura e nella storia occidentale – per esempio, la peggior atrocità di tipo terroristico un Europa in anni recenti compiuta da un solo individuo ne luglio 2011, quando Anders Breivik, un cristiano ultra sionista, ha massacrato 77 persone, per lo più giovani al di sotto dei 20 anni.
Nella “guerra contro il terrorismo” è ignorata anche la più estrema campagna terroristica dei tempi moderni – la campagna globale di assassinio fatta da Barack Obama prendendo come obiettivi persone sospettate di avere una presunta intenzione di farci del male in un qualche momento, e qualsiasi sfortunato che per caso era nei pressi. Non mancano neanche altri sfortunati, come i 50 civili che si dice siano stati uccisi in un bombardamento guidato dagli Stati Uniti in Siria in dicembre, di cui a malapena è stato riferito.
In realtà una persona è stata punita in connessione con l’attacco della NATO alla RTV – Dragoljub Milanović, l’amministratore generale della stazione TV, che è stato condannato dalla Corte Europea per i Diritti Umani a 10 anni di prigione per aver mancato di evacuare l’edificio, secondo i Comitato per Proteggere i Giornalisti. Il Tribunale Internazionale per la Jugoslavia, ha valutato l’attacco della NATO, concludendo che non era stato un crimine, e che, sebbene il numero delle vittime civili sfortunatamente fosse alto, non sembra fosse chiaramente sproporzionato.”
Il paragone tra questi casi ci aiuta a capire la condanna del New York Times da parte dell’avvocato per i diritti civili, Floyd Abrams, famoso per la sua energica difesa della libertà di espressione. “Ci sono dei momenti per l’autocontrollo,” ha scritto Abrams, ma “ma immediatamente dopo il più minaccioso attacco al giornalismo a memoria d’uomo, [i redattori del Times] avrebbero servito meglio la causa della libertà di espressione impegnandosi in questa”, pubblicando le vignette di Charlie Hebdo che ridicolizzano Maometto che hanno provocato l’assalto.
Abrams ha ragione a descrivere l’attacco a Charlie Hebdo come “ il più minaccioso attacco al giornalismo a memoria d’uomo.” Il motivo ha a che fare con il concetto di ‘memoria d’uomo’, una categoria attentamente costruita per includere i Loro attacchi contro di noi, escludendo allo stesso tempo i Nostri crimini contro di loro – questi ultimi non reati, ma nobile difesa dei più alti valori, a volte inavvertitamente fallaci.
Questa non è la sede per chiedere informazioni soltanto su che cosa veniva “difeso”
Quando la RTV veniva attaccata, ma questa inchiesta è molto esplicativa (vedere il mio pezzo intitolato: A new generation Draws the Line – Una nuova generazione mette un punto).
Ci sono molti altri esempi dell’interessante categoria “a memoria d’uomo.” Una di queste è fornita dall’assalto dei Marine contro Fallujah nel novembre 2004, uno dei peggiori crimini dell’invasione dell’Iraq da parte di Regno Unito e Stati Uniti.
L’assalto si è aperto con l’occupazione dell’ l’Ospedale Generale di Fallujah, un importante crimine di guerra, a parte il modo in cui è stato eseguito. Il crimine è stato riportato soprattutto sulla prima pagina del New York Times, accompagnato da una fotografia che descriveva in che modo “I pazienti e gli impiegati dell’ospedale venivano fatti uscire di corsa dalle stanze da soldati armati e come si ordinava loro di stare seduti o sdraiati sul pavimento mentre i soldati gli legavano le mani dietro la schiena.” L’occupazione dell’ospedale era stata considerata meritoria e giustificata; “eliminava quello che i funzionari dicevano che era un’arma di propaganda per i militanti:l’Ospedale Generale di Fallujah con il suo fiume di servizi sulle morti di civili.”
Evidentemente, questo non è un assalto alla libera espressione, e non è qualificato per entrare nella “memoria d’uomo.”
Ci sono altre domande. Una, naturalmente, chiederebbe in che modo la Francia sostenga la libertà di espressione e i sacri principi di “fraternità, libertà, solidarietà.” Per esempio, è tramite la Legge Gaysott, ripetutamente attuata, che effettivamente garantisce allo stato il diritto di determinare la Verità Storica e di punire le deviazioni rispetto ai suoi editti? Espellendo i tristi discendenti dei sopravvissuti dell’Olocausto (Roma) verso un’amara persecuzione nell’Europa Orientale? Con il deplorevole modo di trattare gli immigrati nord-africani nelle banlieues di Parigi dove i terroristi di Charlie Hebdo sono diventati terroristi? Dove il coraggioso giornale Charlie Hebdo ha licenziato il vignettista Siné per il motivo che un suo commento è stato avere connotazioni anti-semite? Sorgono rapidamente molte altre domande.
Chiunque abbia gli occhi aperti noterà rapidamente altre omissioni piuttosto impressionanti. E così, preminenti tra coloro che affrontano una “sfida enorme” a causa delle violenza brutale, sono palestinesi, ancora una volta durante il violento assalto di Israele a Gaza nell’estate del 2014, nel quale molti giornalisti sono stati uccisi, talvolta in automobili della stampa ben contrassegnate, insieme a migliaia di altri, mentre la prigione all’aperto gestita da Israele è stata di nuovo ridotta in macerie con il pretesto che era crollata istantaneamente
E’ stato ignorato anche l’assassinio di altri tre giornalisti in America in dicembre, portando a 31il numero di quell’anno. Ci sono stati più di una dozzina di giornalisti uccisi in soltanto in Honduras, fin dal golpe militare del 2009 che è stato effettivamente riconosciuto dagli Stati Uniti (tranne pochi altri)? Probabilmente, secondo l’Honduras del dopo golpe, il campionato per capta per l’assassinio di giornalisti. Ma, di nuovo, non un assalto alla libertà di stampa e memoria d’uomo.
Non è difficile da approfondire. Questi pochi esempi illustrano un principio molto generale che viene osservato con zelo e coerenza impressionanti. Più possiamo incolpare di alcuni crimini i nemici, maggiore è lo sdegno; maggiore la nostra responsabilità per i crimini – e quindi più possiamo fare per fine a questi, minore è la preoccupazione, che tende all’oblio o perfino alla negazione.
Contrariamente alle eloquenti dichiarazioni, non è vero che il “terrorismo è terrorismo. Non ci sono due modi al riguardo.” Ci sono due modi al riguardo; il loro e il nostro. E non soltanto il terrorismo.

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