martedì 29 gennaio 2013

L'ITALIA CHE NON HA MAI FATTO I CONTI CON LA STORIA

In principio fu il revisionismo, preludio al negazionismo, oggi possiamo aggiungere un’altra, invero poco originale, declinazione del vezzo di rivedere giudizi storici che sembravano ormai assodati. «Il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene.... Certamente il governo di allora per timore che la potenza tedesca vincesse preferì essere alleato alla Germania di Hitler piuttosto che opporvisi. Dentro questa alleanza ci fu l’imposizione della lotta e dello sterminio contro gli ebrei. L’Italia non ha le stesse responsabilità della Germania e la connivenza col nazismo all’inizio non fu completamente consapevole». Parola di Silvio Berlusconi.
Ecco, tali illuminanti esternazioni galleggerebbero tra il ridicolo e l’indecente se fossero state lanciate dopo un allegro festino a Palazzo Grazioli: ma queste lepidezze da Bar Sport sono state pronunciate – poco prima dell’irresistibile, abituale cedimento al sonno – da Mr. B in occasione della Giornata della Memoria, a Milano, nei pressi di quel binario 21 da cui partivano per la shoah vagoni blindati gonfi di ebrei.
Dichiarazioni non solo «superficiali, inopportune, sconcertanti» o «inaudite, disgustose», noi preferiamo prenderle come una sorta di coming out rivelatore del sentire profondo su questi temi non solo dell’autore ma di una parte probabilmente non minoritaria dell’opinione pubblica italiana.
Berlusconi non è nuovo all’esibizionismo fascistoide: ricordiamo tutti le battute sul Mussolini «che non ha mai ammazzato nessuno e mandava la gente a fare vacanza al confino» (2003) e le barzellette di repertorio sull’Olocausto. La sommaria conoscenza della Storia è per l’uomo funzionale alla capacità di utilizzarla a fini propagandistici ed elettorali, per loro natura effimeri e superficiali.
Il vero problema è che colui che è stato capo del governo di una delle più grandi democrazie occidentali dà voce alla pancia di un paese devastato dall’incultura, affetto da un’imbarazzante e ormai irrecuperabile mancanza di memoria, eticamente anestetizzato e mitridatizzato.
Berlusconi continua a esprimere con indubbia efficacia gli umori di quella fetta di italiani che si informa solo attraverso la tv, che non legge quotidiani, che non usa la Rete. Umori che non avevano spazio durante la Prima repubblica e che la discesa in campo del cavaliere ha pienamente – come si usò dire nel ’94 – definitivamente sdoganato.
Dal binario 21, dunque, insieme alle farneticazioni strumentali di un impresentabile ex premier è stato scritto un nuovo, sgangherato ma inquietante capitolo dell’autobiografia di una nazione che ha smarrito la sua storia.

lunedì 14 gennaio 2013

L'ITALIA PICCOLA PICCOLA

E’ tutto fasullo in questa Italietta. La campagna elettorale, i suoi protagonisti, la libertà di scelta degli elettori, il rinnovamento delle scatole vuote partitiche. Manca poco al giorno dell’urna (24-25 febbraio) ma per strada sembrano essersene accorti in pochi. In tanti non sanno nemmeno quando si voterà di preciso. E quasi, quasi, la data individuata ma sarebbe più corretto dire imposta dagli sguatteri parlamentari di potere per fregare i cittadini e farsi le scarpe a vicenda, sfuggiva anche a noi che per inclinazione e professione, seguiamo quotidianamente le cronache (pseudo) politiche di casa nostra. Si tirano fuori liste precotte dai freezer delle segreterie da servire tra qualche giorno come presunti “manicaretti” sulle tavole imbandite dei salotti buoni, televisivi e non, e sui palchi delle sagre peracottare di piazza. Di temi seri e concreti, è quasi inutile dirlo, non si parla per niente.
 Carcerieri e carcerati (non solo metaforicamente) ballano appassionatamente una “Lambada” al canto cupo di una mitraglia spara-pernacchie, cercando di nascondere sotto il cappottino nuovo d’ordinanza le proprie vergogne. I reggi-glutei del professor Monti, a partire dall’incipriato Lazzaro di Arcore, giocano a fare i suoi antagonisti, i montiani della prima ora o cercano di sfilarsi o tirano fendenti ai neofiti flicasiniani e Confindustria, dopo le languide carezze dei mesi scorsi, con la “gestione” Squinzi, è scesa dal trabiccolo del grigiocrate ed ha iniziato a strizzare l’occhio a Bersani. L’inerzia e la confusione la faranno da padrone e al resto ci penseranno i mestieranti del sottopotere con i soliti intrallazzi. Sarà un mese e mezzo elettorale morboso e ammorbante, senza politica e senza politici, animato da improbabili figuranti e arcinote macchiette. La transumanza di candidati da una regione all’altra mostra quanto poco contino i territori e cosa si intenda per “rappresentatività”. Il fenomeno Ingroia sembra essere già affondato nel cappello arancione con cui primi cittadini malati di protagonismo si sono presentati al cospetto del Pd e Grillo e i suoi pagano lo scotto del noviziato e le tagliole di una tempistica studiata a tavolino per arginarli. Come abbiamo già detto, ci si accapiglierà per sciocchezze, mentre la gente a cui viene chiesto il voto, si lecca le ferite di un anno in cui il proprio potere d’acquisto è stato il peggiore dal dopoguerra. I dati diffusi da Istat e Confcommercio, non si prestano ad interpretazioni trapuntate di rosa. Nei primi nove mesi dell’anno scorso, rispetto allo stesso periodo del 2011, il potere d’acquisto ha registrato una flessione del 4,1%. Ma non è finita qui. Non si spende perché non ci sono soldi e quel poco che si ha, viene divorato dalle tasse. Nei primi nove mesi del 2012, infatti, come ha reso noto l’Istat, le entrate totali sono aumentate in termini tendenziali del 2,7%, con un’incidenza sul Pil del 44,8%. Va sempre peggio per gli italiani. Poveri, tartassati e presi pure per i fondelli. Quando la parola elezioni fa rima con imbroglio.

mercoledì 2 gennaio 2013

INIZIA LA CORSA ALLE ELEZIONI

Con i primi giorni dell'anno inizia la corsa alle elezioni politiche del 24-25 Febbraio, con notevoli novità in tutti gli schieramenti. Nel centrosinistra, formazione che attualmente sembra la più compatta elettoralmente parlamendo, dopo le parlamentarie a scuotere l'inzio di campagna elettorale è il dibattito sull'appoggio-collaborazione con la Lista Monti, alcuni dicono di si..altri no...ichino se ne va...nel centro la grande novità è la lista di Monti....il professore si è deciso a scendere in campo per guidare una coalizione che comunque presenta dubbi sui personaggi che aderisco....un accozzaglia di possibili trombati...Casini e Fini...più qualche imprenditore che fa copertina (Montezemolo) ma che il suo peso elettorale è tutto da verificare....a destra invece imperversano le invasioni a tutto campo di Berlusconi e la possibile rottura con la Lega...che si presenterebbe automaticamente come una Waterloo elettorale sicura per il centrodestra già gravemente in crisi...vedremo che succederà...!