giovedì 20 novembre 2008

IL FANNULLONE GIUDICA I FANNULLONI

Recentemente hanno fatto scalpore le dichiarazione rese dal ministro "tascabile" Renato Brunetta che ha impavidamente dichiarato che i fannulloni nella pubblica amministrazione e nei luoghi di lavoro si troverebbero soprattutto tra chi vota a sinistra.
Tra un tornello e l'altro forse Brunetta fa finta di non ricordare che, dati ufficiali alla mano, lui è risultato uno tra i più assenteisti al Parlamento Europeo (il suo stipendio è pagato con i soldi dei contribuenti anche di sinistra) a meno che non si dica che anche i dati che tale parlamento fornisce sono falsi in quanto forniti da pericolosi comunisti.
Inoltre è sempre bene ricordare che il ministro"tascabile"Brunetta, come lui stesso ha dichiarato, è stato pure in passato un cosiddetto Barone delle Università poi pentito con tanto di redenzione.
Quindi mi pare che non possa fare la morale a nessun lavoratore italiano, sia di destra che di sinistra, visto che prima dovrebbe guardare il suo orticello.
Sempre tra un tornello ed un altro che non servono a niente anzi, servono a qualcosa, a far propaganda e annunci (tra poco ce li troveremo dappertutto i tornelli anche in bagno.....! se con i tornelli si risolvessero tutti i problemi dell'Italia ben vengano sarebbe anche troppo facile ma purtroppo non è così) il ministro "tascabile" dovrebbe avere più rispetto per i lavoratori che sgobbano sicuramente più di lui e di non generalizzare nei discorsi, altrimenti sarebbe come dire che tutti coloro che votano centro destra, partite Iva, commercianti, industriali sono evasori fiscali e non pagano le tasse e questo non si può dire ovviamente di tutti, bisogna sempre distinguere.
Ricordo che tra chi vota a sinistra ci sono anche operai, infermieri di ospedali, turnisti e gente che suda e fatica dalla mattina alla sera e meritano rispetto; tra l'altro se proprio vogliamo parlare di fannulloni Brunetta si tira la zappa sui piedi perchè se andiamo a fare una verifica tra i dipendenti pubblici ne troviamo tanti inscritti anche nelle file di An e forza Italia specialmente al sud come in Sicilia. (Quindi anche elettori del PDL).
Da socialista, come si è dichiarato essere, speriamo sia più vicino alle vere esigenze dei lavoratori senza lasciarsi andare a dichiarazioni populiste e provocatorie.





giovedì 13 novembre 2008

LO SCIOPERO: E' GIUSTO O INUTILE?

In questi giorni si stà assistendo ad una infinita serie di scioperi che coinvolgono le più svariate categorie produttive, dall'università (dove si registra la spaccatura tra la Cgil ed il resto delle sigle sindacali), ai lavoratori dell'Alitalia sino ad arrivare al blocco dei mezzi pubblici (tram, bus, treni) di lunedì scorso.
Non vi è dubbio, a mio parere, che le istanze che muovono queste categorie sono sicuramente valide e meritano comunque attenzione al di la di come ognuno di noi la pensi politicamente (i lavoratori vanno sempre ascoltati), ma c'è da chiedersi se questa raffica di astensioni e di blocco dei servizi siano ancora attuali e valide per risolvere i problemi del mondo del lavoro...sostanzialmente, i continui scioperi aiutano a migliorare la situazione salariale e contrattuale di una certa categoria oppurre non servono più a nulla? A mio parere l'abuso di questa forma di protesta porta ad uno sfinimento del cittadino, vessato dai continui disservizi che tali manifestazioni provocano facendo passare i dimostranti solo per persone accecate dall'ideologia che pensano solamente a fare sfigurare il governo in carica...in sostanza si manifesta solo perchè c'è Berlusconi al Governo altrimenti si sta zitti e tutto questo manda in secondo piano le vere e magari valide ragioni della protesta.
Si pensi ai cosiddetti scioperi selvaggi proclamati all'ultimo minuto e senza preavviso, ne abbiamo avuto prova con i dipendenti Alitalia in questi giorni, certamente non sono facili da digerire per il povero cittadino già così vessato da mille problemi quotidiani, questi fattori portano, per così dire, ad una impopolarità dell'istituto dello sciopero fra la gente così come quando si fanno i blocchi dei binari dei treni o altre manifestazioni fuori legge.
Detto questo mi sento di dire però che lo sciopero è un sacrosanto diritto del lavoratore se fatto nei termini di legge, frutto di faticose conquiste e dure lotte nel corso degli anni, che nessuno deve pensare di mettere in discussione ( qualcuno invece nel centrodestra vorrebbe eliminare gli scioperi diciamoci la verità magari mandando la polizia tra i dimostranti..solo in Cile e nelle dittature funziona così) anche perchè astenendosi dal lavoro si perde la paga giornaliera, penso quindi che se una persona scende in piazza avrà le sue buone ragioni, con i tempi che corrono nessuno vuole perdere una giornata di lavoro per puro spirito ideologico.
Una riflessione importante va fatta invece sul ruolo dei sindacati, che paiono in molti casi tutelare già chi è ampiamente tutelato e chi ha un contratto a tempo indeterminato, ormai sono diventati corporativi e troppo politicizzati; trovo strano che i recordman delle ore di sciopero siano gli autoferrotranvieri ed i controllori di volo....e i giovani precari? gli operai ad 800 Euro al mese? coloro che hanno i contratti a tempo determinato senza speranza di rinnovo? Chi li tutela? A me francemante pare che nessuno si interessi di queste persone!
In buona sostanza i sindacati paiono essere rimasti alle lotte condotte in stile anni '70, non si sono modernizzati, preferiscono lo sterile muro contro muro, lotta dura senza paura, sono irrigiditi e rimasti ancorati a vecchi schemi di contrattazione, ecco perchè ormai la gran parte dei lavoratori e del ceto produttivo non si inscrive più al sindacato (ad esempio la Cgil è formata in gran parte da pensionati), perchè hanno compreso che ormai le loro istanze non sono capite e non si sentono più tutelati.
Un sindacato debole, senza idee e non rappresentativo è infatti un male in primis per il mondo del lavoro e poi anche per la democrazia stessa di una nazione che si considera moderna ed all'avanguardia come l'Italia.

mercoledì 5 novembre 2008

BARACK OBAMA: LA FORZA DI UN SOGNO

Barack Obama è il nuovo Presidente degli Stati Uniti, il 44° per la precisione.
La notizia non è certo una novità, si sapeva che il candidato democratico avrebbe avuto la meglio sul repubblicano John McCain come ampiamente previsto da tutti i sondaggi.
Obama a differenza di tutti gli altri candidati ha avuto la meglio perchè ha saputo diciamo così "vendere un sogno", tracciare una linea per il futuro a questa America che in questo momento di enorme difficoltà vede davanti a se un periodo nero e difficile un pò come accadde con Kennedy quando fu eletto nel 1960, si disse che con lui si apriva una nuova era e se ne chiudeva un'altra.
Egli racchiude in se poi altri elementi di novità quale ad esempio il fatto che per la prima volta la presidenza americana è andata a una persona di colore, fatto mai successo prima, in più dobbiamo dire che è riuscito a portare alle urne un gran numero di giovanissimi che per la prima volta votavano (il 72% di questi ha votato per Obama e solo il 26% per McCain).
Molti americani, specialmente di colore, vedono in lui un'opportunità di riscatto sociale, vedono la possibilità di uscire dal "ghetto" ed uno spiraglio di speranza per il futuro.
Sostanzialmente ha vinto perchè rappresenta una novità rispetto al pur validissimo McCain, eroe di guerra e perona capace e onesta; il popolo americano ha inoltre voluto con questa elezione dare un taglio netto alle politiche fallimentari di George W. Bush che ha mandato a rotoli l'economia nonchè prodotto disastri in giro per il mondo (guerra in Iraq) e questi fattori hanno pesato sul candidato repubblicano.
Barack Obama parla un linguaggio nuovo, innovativo (ha puntato molto su internet per esempio), è senza dubbio un grande comunicatore, sa trasmettere bene le sue idee ed è molto convincente...forse ha persino goduto di troppa stima ed è stato sopravvalutato su certi aspetti.
Viene visto da molti come una "rockstar", per così dire, che sa vendersi bene, arringa le folle, attrae consensi, ma poi all'atto concreto non sa realizzare quanto promesso, in sostanza molto fumo e poco arrosto.
Molti si aspettano una svolta in politica estera, devo dire che su questo punto sono molto dubbioso: è senza dubbio più moderato del suo predecessore, non è certamente un fautore della guerra preventiva per risolvere le crisi internazionali, saprà interagire e dialogare meglio di Bush con i partner europei e forse persino con i nemici dell'America vedi l'Iran con il quale vuole trattare con la diplomazia (cosi ha dichiarato, vedremo...) ma ricordiamo che Barack Obama da Senatore ha sempre votato per il rifinanziamento delle guerre in Iraq e Afghanistan nonchè nel 2003 ha votato a favore della guerra irachena.
Per quanto riguarda le politiche economiche egli ha dichiarato di mettere al primo posto la famiglia promettendo aiuti e sgravi fiscali ai ceti più poveri: il suo slogan è "prima la famiglia e poi la nazione".
Insomma le aspettative sono tante, vedremo quello che saprà fare concretamente perchè come sappiamo bene le promesse ed i sogni sono facili da vendere poi mettere in pratica tutto quello che si dice è molto più difficile.